Cultura
Technoflowers: tra tecnologia e magia
Questa settimana abbiamo recensito il nuovo romanzo di Davide Ciavatella,“Technoflowers”, edito da DarkZone nel 2022. Per farlo partiamo da un vecchio video comico che trovate anche su Youtube.

Leggendo le prime righe del romanzo di Davide Ciavattella “Technoflowers” (edito da DarkZone nel 2022) sono stato vittima di una di quelle assurde associazioni che ogni tanto fa la mente: in un attimo mi sono ritrovato a pensare a un vecchio video comico visto su YouTube, girato in un aeroplano, in cui alle domande assurdamente insistenti sul funzionamento del mezzo l’hostess dà di matto e urla che gli aeroplani sono magici, e se volano è solo grazie appunto alla magia. Raccontata così magari non fa molto ridere, ma il video era effettivamente divertente.
Tecnologia e magia, d’altronde, non possono che essere legati da un filo stretto: cosa le separa se non la conoscenza del meccanismo che c’è dietro? Come un gioco fatto con le carte da un prestigiatore resta magia finché non si pensa al trucco che lo supporta, così il fatto che io prema su dei riquadri di plastica e voi leggiate un articolo potrebbe tranquillamente essere magia agli occhi di chi non conosce un computer.
Magia e tecnologia sono ancor più intimamente unite, tanto da essere una cosa sola, nel romanzo d’esordio di Davide Ciavattella. Come? La trama ve la riassumo in meno parole possibile: in una Safer City controllata dagli elfi l’hacker Ares viene ingaggiato per accedere furtivamente ai database elfici; nel farlo viene infettato da un misterioso virus informatico e dovrà trovare la cura prima che il virus o gli agenti degli elfi lo uccidano. Semplice, precisa e concisa. E allora perché questo libro è così bello? Perché bello lo è secondo chiunque lo abbia letto, tanto da portare “Technoflowers” a vincere premi letterari.
La duplice motivazione per spiegare la bellezza di questo libro
La prima motivazione è trovabile da tutti: una molteplicità di generi letterari che si fondono in un’unica sinfonia dalle sonorità digitali, a tratti cupe e a tratti ariose, a volte spigolose ma sempre pronte a lisciarsi con lo scorrere dello sguardo sulle righe d’inchiostro. “Technoflowers” è – con le dovute proporzioni – ciò che avrebbe potuto scrivere C.S. Lewis se fosse nato con un secolo di ritardo. Quello che compie Ares è un viaggio a metà tra quello di Frodo in “The Lord of the Rings” e Neo in “Matrix”, con delle vaghe vibes alla Katniss Everdeen che, per chi come me è stato adolescente quando “Hunger Games” – e tutte le saghe distopiche sulla sua falsa riga – imperversava, non possono che far piacere.
La seconda motivazione è invece sì percepibile da tutti, ma di difficile identificazione: è quel qualcosa in più che ti fa proseguire nella lettura di un libro senza mai staccare gli occhi ma che non si capisce mai bene cosa sia. Chiamatela come volete, io di solito la definisco semplicemente passione. Una passione sconfinata e smisurata è quella che Davide Ciavattella ha riversato in ogni singolo sostantivo, verbo o connettivo che compone la storia di “Technoflowers”. E non si tratta di una passione nata nel momento in cui si scrive, come quelle storie d’amore che partono piano tra i dubbi e poi divampano, no: è stato l’esatto opposto. Vi faccio scoprire qualcosa in più.
Quando vengo preso particolarmente da un libro, tendo a cercare qualsiasi informazione possibile. Mi sono così imbattuto nel canale YouTube di Daniele Ciavattella. Ho scoperto così che “Technoflowers” è un’idea che l’autore porta avanti fin da bambino, uno di quei sogni che acquisti da piccolo e poi il tempo sbiadisce lo scontrino tanto da non poterlo più cambiare e a quel punto bisogna realizzarlo per forza. Ovviamente nello scorrere degli anni – non tanti a dir la verità, essendo l’autore piuttosto giovane – la storia si è arricchita di tanti elementi e altrettanti ne ha lasciati lungo gli argini, ma l’idea di base di scrivere una storia di hacker è rimasta.
Dai sogni a occhi aperti di un bambino che guarda “Johnny Mnemonic” a un romanzo pubblicato per DarkZone la strada è lunga e costellata d’insidie, ma Daniele Ciavattella ce l’ha fatta. Voi non lasciatevi scappare l’occasione di immergervi nel suo mondo.
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